Piccolo Teatro Città di Ravenna

G.A.D. Gino Caprara & Laboratorio Italiano

RASSEGNA STAMPA


Sabato 22 Aprile 1978

+ Un omaggio alla romagnola

Articolo apparso su Il Resto del Carlino per la rappresentazione di Una Rumagnola al Teatro Astoria

Un testo valido e una compagnia in grado di rappresentarlo senza sbavature o ingenuità costituiscono le premesse per uno spettacolo di ottima fattura. E' quanto è accaduto giovedì sera al Teatro Astoria dove la compagnia del Piccolo Teatro della città di Ravenna diretta da Gino Caprara si è presentata al pubblico di casa con "Una Rumagnola", una commedia dialettale scritta dal professore Icilio Missiroli.
Il successo ottenuto da questa commedia non è da ascrivere a un mero fatto estemporaneo, ma testimonia la validità della concezione artistica del suo regista che, animato da una passione trentennale per il teatro, ha saputo amalgamare una compagnia che ora sa esprimersi a livelli quasi professionistici dal punto di vista sia della recitazione sia di tutto l'apparato scenico.
La commedia dell'altra sera, seguita da un foltissimo pubblico che ha sovente applaudito a scena aperta, ha avuto le sue colonne portanti in Luisa Fiorentini (Tina) e in Mario Emiliani (Ghitan) che si sono distinti sopra tutti per la qualità della rappresentazione.
Luisa Fiorentini è attrice di rango e il personaggio da lei interpretato ha rilevato, se ancora ce ne fosse bisogno, le sue indubbie capacità espressive. Essendo la commedia una "trilogia" in omaggio alla donna romagnola, abbiamo assistito a sue distinte metamorfosi, seguendola dapprima nelle vesti di una ragazza che sa quel che vuole, quindi come donna matura che difende coi denti l'unità della propria famiglia in occasione di certe scappatelle del marito che nonostante il matrimonio sembra non aver dimenticato la licenza di caccia (alle donne!) e infine nel ruolo di madre tenera che trepida per la sorte del figlio partigiano.
Tre interpretazioni diverse che hanno dimostrato come Luisa Fiorentini abbia veramente la capacità, peculiare delle grandi attrici di sapersi calare dentro il personaggio e di viverne tutte le gamme emotive senza mai enfatizzare i gesti o le parole. Le faceva da contrappunto Mario Emiliani che ha ottimamente interpretato con simpatia e disinvoltura il personaggio un po' guascone e spaccamonti che di fronte al carattere forte della moglie ha sempre la peggio. Buone anche le altre interpretazioni fra le quali vogliamo citare il sempre bravo Roberto Battistini che ha efficacemente "ricostruito" la sua figura rubizza del vecchio padre di Tina.
Da ultimo vogliamo sottolineare come questa compagnia di dilettanti sia riuscita a portare il teatro dialettale a un livello artistico che meriterebbe aiuti e strutture più adeguate e la riconciliazione con quel pubblico che, purtroppo, ancora lo snobba. Caprara sa comunque di essere sulla buona strada.