Piccolo Teatro Città di Ravenna

G.A.D. Gino Caprara & Laboratorio Italiano

RASSEGNA STAMPA


Lunedì 03 Dicembre 2012

+ L'epica romagnola de "La Broja"

Articolo relativo allo spettacolo di venerdì 7 dicembre 2012

Il Piccolo Teatro Città di Ravenna, venerdì 7 dicembre, ore 21, al teatro "San Luigi" di Forlì presenterà " capolavoro di Bruno Gondoni, che le passate generazioni conoscono e amano al punto di commuoversi. In tempo di crisi economica e di valori se ne sentiva l'esigenza! Avete capito tutti che mi riferisco a "La Broja", un'opera fuori dagli schemi comuni del nostro teatro di tradizione, scritta per non dimenticare un'impresa epica compiuta da centinaia di romagnoli, uomini e donne che, abbandonata la terra d'origine per sfuggire alla miseria, affrontarono " destino ignoto in un'altra terra, altrettanto insidiosa, a partire dal 1884. La vicenda narrata, spiccatamente drammatica, non fa parte del genere che più si ama rappresentare nelle rassegne di teatro romagnolo dove è preferita la battuta ad effetto immediato, ma appartiene pur sempre al teatro "popolare" se è vero che rappresenta una condizioni vera, vissuta lottando, sperando, soffrendo fino alla morte per cercare di raggiungere ciò che ad un essere umano spetta di diritto: una vita minimamente degna di essere chiamata tale. E così i braccianti ravennati hanno inseguito " loro "sogno" fino ad allora negato, seguendo " solco segnato da uomini coraggiosi e lungimiranti come Andrea Costa, Nullo Baldini, Armando Armuzzi ed Evaristo Missiroli. Si tratta di una storia vera, animata dai sentimenti genuini dei tanti che hanno creduto "nell'impresa" e l'hanno sostenuta caparbiamente anche se " "sogno", purtroppo, non si è avverato per tutti. Veri sono dunque i personaggi che si muovono in una atmosfera densa solo a tratti brevemente alleggerita da intermezzi apparentemente scherzosi. Questa è una commedia che rende omaggio ai tanti che hanno saputo dimostrare di quale pasta siano fatti i romagnoli. E' bene quindi guardare oltre " sipario con uno spirito un po' diverso dal solito ricordandosi che in dialetto non si ride soltanto, ma si pensa, si canta, si prega e si piange come in tutte le lingue del mondo. Ed un grande merito deve essere riconosciuto a Bruno Gondoni, senza alcun dubbio uno dei migliori scrittori di testi di teatro della fine del secolo scorso. Se domenica prossima potremo gustarci un'opera di "tal fatta" dobbiamo rendere merito al regista Roberto Battistini "in primis", ma non possiamo dimenticare la sensibilità di LegaCoop e del suo presidente Giovanni Monti che hanno frequentemente voluto sponsorizzare questa commedia per poterla offrire ai loro soci, per non dimenticare le tensioni materiali e ideali delle origini. Ma nulla nasce per caso e qualche merito ce lo prendiamo anche noi. L'idea infatti, partì dopo il convegno dal titolo: "Teatro Popolare e Società – Il cambiamento per l'evoluzione" nel Palazzo del Ridotto di Cesena. L'occasione fu davvero ghiotta perché per la prima volta si parlò di teatro facendo teatro, furono montati per la prima volta all'interno del Palazzo del Capitano due palcoscenici, su cui vennero rappresentati i brani più significativi tratti dalle commedie "Una volta un Rumagna", "Byron", "La Broja", "La Piteda", "Nuitar e la Storia". Le compagnie impegnate furono: "Il Piccolo Teatro Città di Ravenna", "La Cumpagnì dla Zercia", "E Zarcet". Il pubblico potè gustarsi la parte più significativa della drammaturgia romagnola in un unico spettacolo, esperienza più unica che rara, che il regista ravennate Roberto Battistini per la speciale occasione, anche quella volta, seppe "cucire".