Piccolo Teatro Città di Ravenna

G.A.D. Gino Caprara & Laboratorio Italiano

Storia della compagnia


Il Piccolo Teatro della Città di Ravenna affonda le sue radici nel lontano 1921 quando alcuni giovani attori dilettanti della Società Artistica Drammatica Musicale di Ravenna, sull’onda del successo ottenuto il 13 marzo del 1921 con il debutto al Teatro Rasi di “Al tatar” pensò di costituire una nuova formazione che prese il nome di “Compagnia Dialettale Romagnola” sotto la presidenza dell’Avv. Eugenio Guberti autore dell’opera.
L’attività in maniera continuativa di questa nuova compagine iniziò però solo circa tre anni dopo, nel 1934, quando al Teatro Rasi furono messe in scena diverse opere del Guberti: “Cuntravvenziòn”, Casa Miccheri, “E zenar”, “E bulo” ed una nuova edizione di “Al tatar”. È nel 1930 che venne chiamato a far parte della Compagnia anche Virgilio Caprara (Gino per gli amici) il quale fino ad allora si era impegnato nel piccolo gruppo filodrammatico della parrocchia di San Rocco ove da settembre a maggio veniva allestito un nuovo spettacolo ogni quindici giorni, con prove di sei sere per settimana.
È d’obbligo a questo punto citare Gino Caprara che va considerato innanzitutto l’ispiratore e poi l’animatore della nostra Compagnia. Faceva parte della compagine anche il giovane Bruno Gondoni che però solo dall’inizio degli anni cinquanta si dedicò con successo alla scrittura di testi in dialetto romagnolo alcuni dei quali come “ E Vampiro”, “La Broia” e “E zug dla zrisa” che fanno parte tuttora del nostro repertorio.
Nel 1946 alcuni componenti la Compagnia Dialettale con l’intento di portare in scena non solo opere in vernacolo, ma anche commedie in lingua, si unirono ad un gruppo composto da studenti, operai, impiegati e professionisti dando vita alla filodrammatica “La Bizantina”.
Il debutto avvenne al Teatro Alighieri, rabberciato alla meglio dopo i danni della guerra, in un serata dedicata ai soldati italiani della Divisione Cremona con la commedia “Scampolo” di Dario Niccodemi autore anche di “La nemica” forse la sua opera più conosciuta. Di questo gruppo faceva parte anche Virgilio Caprara.
L’anno dopo (1947) all’arena Edera della Casa del Popolo in via Paolo Costa, ove ogni anno si teneva una rassegna estiva di teatro, “La Bizantina” si presentò per la prima volta con il nuovo nome, divenuto quello definitivo di Piccolo Teatro della Città di Ravenna (ENAL).
La Compagnia fu chiamata a partecipare alle manifestazioni più prestigiose del tempo quali, tra le altre, i concorsi o festival del teatro amatoriale di Arezzo, di Pesaro e di Recanati, oltre a rappresentare l’Emilia Romagna al premio “Maria Melato” di Reggio Emilia.
Nel 1952 la regia fu affidata a Gino Caprara il quale, con la commedia “La febbre del fieno” di Noel Coward portò il Piccolo Teatro della Città di Ravenna al Festival nazionale di Pesaro, ove si aggiudicò il primo premio per la migliore rappresentazione in assoluto, il primo premio per la regia e il primo premio per la migliore scenografia, opera quest’ultima di Paolo Zampighi personaggio noto non solo per la sua indiscutibile bravura nell’arte del dipingere, ma anche per il suo carattere gioviale e burlone (E tira una brota eria).
Oltre a Caprara facevano parte della Compagnia anche la bravissima Luisa Fiorentini e Adriana Scardovi, simpatica interprete “dla sgnora mestra” nella nostra prima edizione di “E gal dla checca”.
Sull’onda dei successi ottenuti, la Compagnia operò ininterrottamente fino agli inizi degli anni sessanta; poi la mancata disponibilità del Teatro Rasi dichiarato inagibile, ma soprattutto l’affievolirsi dell’entusiasmo di chi pensa di aver raggiunto il massimo delle proprie possibilità, mise in crisi il gruppo che rimase inoperoso per circa un decennio.
Fu l’incontro di Gino Caprara con il gruppo della Compagnia “Cvi de Cangian” a creare le condizioni affinché, nell’autunno del 1971, si potesse riprendere una attività organica in forma rinnovata per ridare fiato a quel Piccolo Teatro della Città di Ravenna che ancora oggi vive e del quale noi siamo la testimonianza autentica.
L’attuale assetto, con le due sezioni del “GAD Gino Caprara” per il teatro in vernacolo e del “Laboratorio Italiano” per il teatro in lingua, corrisponde esattamente ai principi ispiratori dell’originario Piccolo Teatro della Città di Ravenna del quale siamo i legittimi eredi.